Addittivi chimici

Per capire le reali dimensioni della questione, pensate che chi mangia “normalmente” introduce ogni anno nel suo intestino più di 12 chilogrammi di additivi chimici e conservanti, solo pochi dei quali, oltretutto, sono stati studiati attentamente per individuarne i possibili effetti negativi sulla salute. Su 72.000 sostanze chimiche circolanti, solo 3.000 studi sono oggi in possesso dell'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente USA. Per giunta sono studi di base, spesso condotti su animali, poco indicativi dunque e inaffidabili. Gli additivi sono sostanze (naturali e sintetiche) che “si aggiungono intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico” (DM 27/2/1996 n.209) per favorirne la conservazione o per renderli più appetibili, “migliorandone” aspetto, sapore, odore e consistenza. È da notare che l'aggettivo "tecnologico", collocato malamente e con spregio anche della salubrità della lingua italiana nel DM suddetto (cosa diamine è un "fine tecnologico"?), abbonda nella legislazione inerente agli additivi. Per esempio, le norme europee (direttive e relative modifiche) dicono a volte che questo o quel colorante o additivo recano un "vantaggio tecnologico", a volte perfino "evidente". Sarà...

Fonte: Quattro sberle in padella, di Stefano Carnazzi & Stefano Apuzzo